| Salò o le 120 giornate di Sodoma | |
| ANNO 1975 |
Tipo di revisione: Revisione Data della domanda: 05/11/1975 Data dell'esito: 12/11/1975 Esito: Respinto Presenza di materiali giudiziari: 1 Motivazione: La Commissione, visionato il film, ascolta il produttore Grimaldi il quale dichiara di essere disposto ad eseguire anche dei tagli se la Commissione lo ritiene opportuno. La Commissione, a unanimità, rileva che il film nella sua tragicità porta sullo schermo immagini così aberranti e ripugnanti di perversioni sessuali che offendono sicuramente il buon costume e come tali sopraffanno la tematica ispiratrice del film sull'anarchia di ogni potere. Si esprime pertanto parere contrario alla proiezione in pubblico del film stesso. Tipo di revisione: Appello Data della domanda: 29/11/1975 Data dell'esito: 23/12/1975 Esito: Condizionato Divieto ai minori di anni 18 Presenza di materiali giudiziari: 1 Motivazione: Visionato il film, sentito il rappresentante della produzione, Dr. Grimaldi (il quale si dichiara disposto ad eseguire eventuali “tagli” ove la Commissione li dovesse richiedere), la Commissione stessa, a maggioranza, osserva: il susseguirsi di scene e sequenze che rappresentano, con i particolari più sordidi, turpitudini, violenze e nequizie, impongono che la visione del film venga vietata ai minori in genere, a causa della peculiare sensibilità dell'età evolutiva e in considerazione delle esigenze della sua tutela morale. La maggioranza ritiene, invece, di non poter condividere il parere della Commissione di primo grado, che il film costituisca offesa al buon costume. Lo spettacolo suscita sempre e soltanto disgusto. Il sesso - chiamato a simboleggiare il possesso dispotico, devastatore e distruttore della creatura umana, quale viene attuato dal potere politico assoluto, che il regista accusa di giungere all'annientamento della personalità morale e fisica dell'individuo, degradandolo ad oggetto - non assume mai nel film il carattere di una intenzionale ed eccitante allusione alla lussuria. La Commissione d’appello, pertanto, a maggioranza, in riforma del diverso avviso della Commissione di primo grado, esprime parere favorevole al rilascio del nullaosta di programmazione in pubblico del film, con il divieto di visione per i minori degli anni 18 (diciotto). Della minoranza fanno parte i Professori Lanzetta e Canestrelli e di ciò si dà atto su loro richiesta. Il Prof. Lanzetta motiva il suo dissenso in quanto ritiene che le non poche scene di violenza fisica e morale, di sadismo e di perversione erotica, che fanno parte di un mondo chiuso dell'autore, non costituiscono, così come si afferma nel ricorso, opera d'arte. La Costituzione italiana, inoltre, garantendo la libertà di pensiero e di cultura, non consente l'offesa dei sentimenti del comune vivere morale e, in particolare, quello dei giovani lavoratori e studenti, i quali aspirano alla edificazione di una società nuova, socialmente avanzata e depurata di tutte le contraddizioni psicologiche e deviazioni sessuali, esistenti nell'attuale società. Il film, inoltre, dal punto di vista strettamente giuridico, non solo viola le norme vigenti del codice penale, apprestate per la tutela del pudore e della libertà sessuale, ma contrasta anche con l'attuale disciplina della censura cinematografica. Dal parere della maggioranza, si dissocia altresì il Prof. Indellicati, facendo notare che la tematica concettuale rimane astratta ed impalpabile, mentre l'intero prodotto si rivela piuttosto espressione di una immagine perturbata che di fantasia esteticamente animata di modo che l'elaborato si limita ad una massima parte di residui osceni. |
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REGISTA Pasolini, Pier Paolo |
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PAROLE CHIAVE CENSURA | buon costumeerotismofascismomoralenazismooscenoperversionipudoresadomasochismosessualitàviolenzaviolenza fisicaviolenza psicologica |
PAROLE CHIAVE TRAMA | classi socialifascismofigure politichegioventùgoverno, ministeri e altre istituzioni politicheomicidioorgiaperversionirapimentoRepubblica Sociale Italianaviolenza contro l'identità |